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Funnel marketing: studia le abitudini d’acquisto e asseconda il tuo pubblico

Ti ricordi Corrado Guzzanti che in tubino, parrucca e rossetto gridava <<’Mbuti>> nei panni del suo celebre personaggio Vulvia? Ecco, molti dei discorsi sul funnel marketing che si trovano in rete hanno la stessa valenza scientifica e sono altrettanto spassosi. In questo articolo cercheremo di spiegare con chiarezza e semplicità cosa si intende per marketing “a ‘mbuto”.

Oramai la locuzione funnel marketing è parte integrante di qualsiasi discorso relativo a comunicazione, promozione e vendita. Dal Ceo di una grande multinazionale, fino al fruttivendolo sotto casa, tutti parlando di funnel, targettizzazione del pubblico, studio delle abitudini d’acquisto e via discorrendo. Ma di cosa si tratta esattamente?

Il funnel marketing è una componente essenziale di qualsiasi strategia efficace ed è in buona sostanza la canalizzazione degli acquirenti verso i nostri prodotti e servizi. Si applica soprattutto on-line, ad esempio e-commerce e landing pages, ed il suo maggior vantaggio è rappresentato dalla misurabilità. Ovvero, permette di sapere quanti utenti la nostra strategia è stata effettivamente in grado di convertire.

Il funnel marketing è quindi lo studio del percorso emotivo e fisico dei consumatori, al fine di influenzarlo e guidarlo verso ciò che proponiamo. Il suo nome è abbastanza esplicativo: è una strategia “ad imbuto” perchè parte dalla promozione ad una platea ampia che va via via restringendosi. La canalizzazione del mercato prende in considerazione le nuove abitudini d’acquisto, soprattutto sul web: la percezione di un problema o di una mancanza si traduce nel bisogno di un acquisto in grado di colmare questa lacuna, dopo una ricerca attiva.

Il viaggio dell’utente parte da uno stato emotivo che lo porta a prendere la decisione di fare un acquisto (ho un problema e questo servizio/prodotto può risolverlo). La seconda fase è la ricerca di informazioni (riconosciuto il mio bisogno, setaccio i motori di ricerca per trovare una soluzione). Lo step successivo è la comparazione (vaglio le proposte che trovo sul web, le confronto e valuto le alternative). Dopodiché è il momento dell’acquisto, che non rappresenta l’ultima fase. Gli utenti che abbiamo “convertito”  si trasformano in testimonial: se non sono soddisfatti diventeranno dei delatori e lasceranno critiche negative relativamente ai nostri prodotti o ai nostri servizi; se invece sono soddisfatti diventeranno sia promotori, grazie a feedback positivi e promozione indiretta, ad esempio sui social network, sia loyal customer, ovvero clienti fidelizzati.

Il funnel marketing fa proprio questo: individua una platea potenzialmente interessata e disegna un “imbuto personalizzato”: genera contenuti e comunicazioni accattivanti, spinge gli utenti ad informarsi maggiormente su ciò che stiamo proponendo, li persuade ad acquistare un prodotto o sottoscrivere un servizio e li trasforma in una base di clienti fidelizzati e pronti a consigliare ad altri l’acquisto che hanno completato. In questo processo il comportamento del pubblico viene costantemente analizzato al fine di assecondarlo al meglio.

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Inbound marketing: non cercare clienti, ma fatti trovare da chi ti sta cercando

Negli ultimi anni all’interno del settore del marketing, ma più in generale nei processi di acquisto e nelle abitudini dei consumatori, si sta affermando il metodo Inbound, che prevede che sia il cliente a trovare l’azienda che offre un prodotto e non più il contrario.

L’Inbound Marketing è un metodo che si basa sulla logica “pull”, in cui i clienti si mettono attivamente alla ricerca di un brand nel momento in cui ne sentono il bisogno. Questo approccio prevede che il consumatore finale attraversi tre fasi, consapevolezza, valutazione e decisione e che al termine del processo si sia trasformato da utente potenzialmente interessato,  prima in un cliente e successivamente in un promotore del marchio.

Contrapposto all’Outbound marketing, che prevede di “interrompere” la platea promuovendo prodotti o servizi (ad esempio gli spot pubblicitari), l’Inbound Marketing nasce per assecondare i comportamenti degli utenti e far emergere tra le loro ricerche ciò che stiamo proponendo.  Per fare questo non solo è necessario sviluppare contenuti interessanti, ma bisogna fare in modo che il pubblico, specie quello che ancora non conosce il nostro brand, possa trovarci con facilità.

Gli strumenti del web in questo diventano fondamentali. Avere un sito web e profili social collegati non serve, se poi gli utenti non navigano sulle nostre pagine o non vedono i nostri prodotti. Ovviamente termini come SEO, SEM, lead generation, funnel di vendita e simili dovranno diventare il gergo quotidiano, ma il fattore davvero imprescindibile è una strategia pianificata, che tenga in considerazione le attività che andremo a svolgere sui nostri canali, le forme di comunicazione che svilupperemo con il nostro pubblico e le campagne promozionali che allestiremo.

Completata una strategia e definiti gli obiettivi, bisogna procedere con la creazione dei contenuti, impostando le corrette parole chiave per emergere tanto tra le ricerche organiche, tanto tra gli annunci sponsorizzati, nel caso si decida di pubblicare inserzioni sui motori di ricerca (sempre consigliato). Per quanto riguarda i social network invece, strumenti potentissimi per promuovere prodotti e comunicare col pubblico, è necessario curare profili e pagine attivamente e mantenere sempre viva e fresca l’interazione tra brand e utenti finali.